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Un governo per il mondo unito:
i 5 livelli del federalismo mondiale

di
Alessandro Mannarini


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Il mondo in questo inizio di XXI secolo si trova in una situazione paradossale in cui l'economia e la finanza ormai globalizzate si espandono sempre pi� superando le vecchie divisioni imposte dai confini dei paesi e sfuggendo al controllo degli stessi stati nazionali. Questi ultimi con leggi proprie o delegando organizzazioni sovranazionali di dimensione regionale o continentale cercano di imporre regole e controlli spesso insufficienti a creare una rete di protezione legale e sociale atta a rendere il mercato pi� equo e sostenibile sotto il profilo economico, della protezione ambientale globale, del progresso sociale e culturale dell'umanit� intera.
I recenti squilibri e le conseguenti crisi economiche di singoli stati sono dovuti anche a questo mancato ordine globale dovuto principalmente all'assenza di un organo governativo mondiale che possa legiferare in materia economica, finanziaria, fiscale, ambientale. Un vero e proprio governo del mondo eletto democraticamente che possa imporre il suo volere e contrastare lo strapotere delle multinazionali e dei grandi potentati economici e finanziari sempre pi� imperanti e capaci di sfruttare i vuoti e le differenze legislative esistenti nei vari paesi.
Il processo che in questi ultimi anni si sta attuando in varie parti del mondo verso unioni regionali e continentali di paesi atte a uniformare le legislazioni e i regolamenti in essi vigenti, come l'Unione europea, il Nafta, l'Unione africana, l'Asean, il Mercosur e altre organizzazioni, � ancora troppo lento e debole per poter stare al passo con le esigenze imposte dai mercati finanziari e dallo sviluppo economico, che richiedono regole chiare e uguali per tutti.
Purtroppo la lentezza e debolezza di questo processo di unificazione � spesso imposta da parti sempre meno marginali delle opinioni pubbliche dei rispettivi paesi che ascoltando le sirene populiste e nazionaliste di movimenti ostili al processo stesso si fanno convincere che restare arroccati ai vecchi schemi nazionali nati nel XIX secolo sia la soluzione al problema della disoccupazione e del degrado della loro societ�. Viene imposto di conseguenza ai loro governi un atteggiamento rinunciatario e poco coraggioso verso il cammino unitario. Facendo cos� questi gruppi non si rendono conto delle opportunit� che si stanno lasciando sfuggire come la possibilit� di vivere in un mondo pi� unito e solidale.
Lo stesso processo di unificazione ha varie criticit�, come il metodo decisionale in materia di riforme legislative e adozione di trattati internazionali incentrato su incontri intergovernativi che viene spesso visto negativamente dalle stesse opinioni pubbliche, ritenendolo un metodo poco democratico; o come la scarsa comunicazione e propaganda delle stesse organizzazioni continentali nel diffondere le loro idee e iniziative tra le popolazioni interessate, che per questo si sentono non partecipi e protagoniste del processo unitario.
A questo punto il processo di unificazione pu� svilupparsi in modo efficiente solo se si rapporta ad una visione democratica e federalista capace di coinvolgere tutte le componenti sociali dei vari popoli. Un federalismo a 5 livelli che partendo dal basso possa incanalare le energie economiche e sociali delle varie realt� territoriali verso una unificazione mondiale dei stati.

I 5 livelli ottimali del Sistema Federale Mondiale sono:

  1. il comune urbano
  2. la regione amministrativa
  3. lo stato nazionale
  4. lo stato continentale
  5. il governo mondiale

Questa suddivisione ottimizza il governo della cosa pubblica in un crescendo di competenze e responsabilit� partendo dal livello pi� basso del comune urbano, che incentra la sua amministrazione sul massimo rapporto di vicinanza tra governanti e governati per la risoluzione dei problemi quotidiani.
Per passare alla regione, che con visione di insieme pu� meglio coordinare le politiche di sviluppo territoriale locale e le politiche sociali e sanitarie.
Mentre lo stato nazionale pu� imporre quelle iniziative necessarie allo sviluppo complessivo del tessuto sociale ed economico della nazione intesa come unione di cittadini accomunati da una stessa cultura e tradizione.
Lo stato continentale va visto come raccordo tra i vari stati per tutte quelle iniziative economiche e sociali improntate allo sviluppo di reti e infrastrutture ma anche di politiche volte alla libera circolazione di beni e persone e alla promozione di idee atte al superamento delle vecchie logiche nazionali.
Infine un unico governo mondiale che con la sua imposizione di un potere globale, superiore a quello di tutte le altre associazioni statali, ad esso subordinate, possa imporre leggi e regolamenti indispensabili per uno sviluppo economico e sociale controllato del pianeta, eliminando alla radice il fattore stesso della conflittualit� tra stati, dovuta principalmente ad una mal distribuita ricchezza nata dallo sfruttamento di risorse da parte di alcuni stati verso altri. Conseguenza di questo potere globale sar� anche l'eliminazione degli eserciti nazionali, sostituiti da forze di polizia, e l'istituzione di un ridotto ma efficiente esercito mondiale atto alla protezione delle popolazioni da eventuali conflitti locali.
Il governo mondiale dovr� necessariamente essere affiancato da un Congresso planetario eletto democraticamente dai popoli della Terra che ponga un controllo politico sul governo stesso e impedisca derive autoritarie.
Un siffatto Sistema Federale Mondiale � l'unica soluzione che possa portare l'umanit� verso quella prosperit� e consapevolezza dei propri mezzi e limiti non ancora raggiunti dopo millenni di cosiddetta civilt� oscurata da conflitti e distruzioni.

27/10/2012

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